Il biochimico britannico, uno dei quattro vincitori di ben due premi Nobel, si è spento martedì scorso nell’ospedale Addenbrooke di Cambridge.
Lo sviluppo della tecnica con dideossiterminatori per la determinazione della sequenza del DNA, che porta il suo nome, gli è valso il secondo premio Nobel per la Chimica, vinto nel 1980 insieme a Paul Berg dell’Università di Stanford e Walter Gilbert dell’Università di Harvard.
L’automazione del metodo Sanger ha permesso il sequenziamento del genoma umano, completato nel 2003.
A distanza di oltre 10 anni, nell’era del Next Generation Sequencing, i laboratori che usano il suo metodo per leggere la sequenza del DNA sono ancora la stragrande maggioranza.
La scienza perde un uomo tanto geniale quanto umile, che amava definirsi “un tipo che ha fatto un po’ di confusione nel suo laboratorio” e non voleva essere chiamato “sir”.
Chi ha a che fare tutti i giorni con il DNA non può non sentirsi oggi orfano del “padre dell’era genomica”, com’è stato definito Fred Sanger da Jeremy Farrar, direttore del Wellcome Trust.

Maura Menghi

Scientific Director

Diatech Pharmacogenetics